Lasciare andare non è qualcosa di immediato, soprattutto dopo anni in cui, culturalmente, ci hanno insegnato ad aggrapparci alle cose fino a diventarne ossessionati, in particolare rispetto ai risultati che speriamo di ottenere in determinate situazioni. Qui voglio spiegarti come riuscire a liberarti dall’ossessione dell’aspettativa e coltivare la capacità di lasciare andare ogni volta che lo ritieni necessario.

Il concetto di lasciar andare
Lasciare andare una persona o una situazione ha un significato molto più profondo di quello che appare. Infatti, i Registri Akashici lo descrivono così:
“Un’alta forma di rispetto nei propri confronti, un atto di amore incondizionato verso noi stessi. Significa tagliare legami con situazioni che ci abbassano le energie. Per poter ritrovare la nostra pace interiore, dobbiamo spersonificarci, cioè allontanarci dal nostro Ego.”
Un atto d’amore inteso come forma di perdono nei confronti di una persona oppure di una situazione, perché senza il perdono esterno, di conseguenza, non ritroviamo la pace interiore.
Come perdonare
Quindi, per poter lasciare andare, è necessario passare attraverso il perdono. La priorità è prendersi cura della ferita che quella persona o situazione ha risvegliato in noi, e solo in un secondo momento perdonare chi ci ha fatto del male. Proprio per questo, l’altro è molto più utile di quanto possiamo immaginare, perché ci permette di entrare in contatto con una ferita che abbiamo bisogno di guarire.
Io facevo moltissima fatica a perdonare le persone che mi avevano procurato dolore, e peggio ancora a lasciar andare le situazioni: ero totalmente ossessionata. Non capivo cosa ci fosse di utile nel perdonare una persona che mi aveva fatto del male, tant’è che pensavo che per perdonare dovessi andare da quella persona e dirle che l’avevo perdonata.
In realtà, ho capito che era un concetto più profondo legato alla liberazione. Perché sì, fino a quando restiamo aggrappati o arrabbiati, siamo loro prigionieri: ci tengono in pugno, perché ogni loro azione o comportamento si ripercuote dentro di noi.
Quando ho imparato a lasciare andare, ho sentito una liberazione interiore senza precedenti, un benessere immenso.
I passaggi per perdonare e guarire
I passaggi per perdonare e guarire sono i seguenti. È importante annotarsi su un diario tutto quello che emerge ed essere in un posto tranquillo:
- Immergiti in quella situazione, utilizzando la mente (sì, a volte è utile anche lei), per cercare di rivivere il più possibile quelle emozioni: altrimenti non riesci ad andare fino in fondo.
- Una volta percepite queste emozioni, scrivile all’interno del diario. Se emergono immagini o parole, annota tutto, perché è molto importante ciò che quella persona ha risvegliato (qui puoi leggere le varie tipologie di emozioni per cercare quella più calzante, la ruote delle emozioni Plutchik).
- Rifletti su una situazione simile che ha risvegliato la stessa emozione e annotala.
- Accorgiti di eventi simili accaduti nell’infanzia: comportamenti di genitori, parenti, insegnanti, amici… che risvegliano lo stesso senso di disagio.

Ho’oponopono
Andare in profondità in una ferita porta con sé anche un grandissimo dono: quello della gratitudine per la persona che ce l’ha recata. Perché, una volta che questo nodo karmico sarà sciolto, riuscirai a perdonare l’evento e la persona, e imparerai a lasciar andare.
Il prossimo passo per perdonare è la pratica dell’Ho’oponopono, un’antica pratica hawaiana per la riconciliazione, che Morrnah Nalamaku Simeona riformulò in chiave moderna per poter aiutare i suoi pazienti a superare momenti difficili grazie al perdono interiore (inteso come trasmutazione energetica), alla cancellazione di memorie e pensieri negativi e alla risoluzione dei conflitti.
Quella che propongo qui è una versione più semplificata, utilizzata maggiormente in Occidente, che consiste nel prendere un Japamala (una collana di grani, di solito 108, usata per la recitazione di mantra o preghiere, molto simile al rosario cristiano nell’uso meditativo e spirituale puoi acquistarla qui: Japamala) o un rosario per aiutarvi a contare le volte in cui dovete ripetere questo mantra.
Per prima cosa, trovate un luogo tranquillo e fate almeno 10 minuti di meditazione, per rilassare il corpo e la mente, concentrandovi sul respiro. Una volta terminato, prendete il Japamala e iniziate a ripetere per 108 volte il seguente mantra, immaginando davanti a voi la persona o la situazione che vi ha procurato dolore.

Se trovi difficoltà nel fare la meditazione e a lasciare andare o creato questa meditazione per aiutarti, dovrai ascoltare tutti i giorni una volta al giorno fino a quando non senti dentro di te che qualcosa si è sciolto, come una leggerezza nel cuore.
Cosa aspettarsi durante e dopo una sessione di Ho’oponopono
Sicuramente troverai molto difficile immaginare davanti a te la persona o la situazione che ti ha fatto del male; proverai repulsione e la mente farà di tutto per eliminare quella rappresentazione. Se così fosse, continua comunque a ripetere il mantra e a immaginare, di tanto in tanto, quella persona o situazione. Una volta terminato il mantra, ricomincia, questa volta rivolgendoti a te stessa, per innalzare le tue energie dopo aver affrontato quel dolore. Ringraziati anche solo per averci provato.
Anche io facevo molta fatica a perdonare certe persone, avevo addirittura paura della loro immagine. Ma, piano piano, ho imparato a rilassarmi mentre visualizzavo il loro volto e a ripetere il mantra, fino al punto in cui ho sentito il cuore libero. Ho percepito un enorme peso sciogliersi. Quando questo è avvenuto, ho lasciato andare, e quella situazione non aveva più presa su di me. Soprattutto, era sparita anche l’ossessione, perché la mia pace interiore mi diceva che la situazione sarebbe migliorata e che i miei desideri si sarebbero avverati.
Devi praticare l’Ho’oponopono ogni giorno, finché non sentirai più nulla per quella persona o situazione. Puoi anche ripeterlo più di 108 volte al giorno, finché non percepirai che qualcosa dentro di te sta cambiando in meglio, sei tu a decidere la modalità più consona per te.
Ti abbraccio e se hai dei dubbi scrivimi!
Cecilia


