La notte spirituale dell’anima

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La notte spirituale dell’anima è molto più profonda della notte oscura dell’anima; non è solo una crisi di identità, ma un processo sacro di trasformazione interiore in cui l’anima viene totalmente purificata per avere di nuovo accesso alla Fonte, liberandola così dagli schemi malsani e di attaccamento della mente.

Notte Spirituale dellanima San Giovanni della Croce

photo by Flawless Intuition

Questa tipologia di notte non viene affrontata da tutti, ovvero anche se si è ormai da tempo in un percorso spirituale, non significa che nella vita la si possa attraversare. È molto più profonda e dolorosa, e prende di petto proprio la nostra stessa identità, mettendola in discussione sotto molti aspetti, andando così a creare una disgregazione molto potente dell’ego.

Quando ci si trova in questa notte, ci si chiede costantemente: “Chi sono?“, “Qual è il vero scopo della mia vita?“, “Che senso ha tutto questo?“.

Anche in questo caso, la fede, la speranza e l’amore sembrano assenti; l’anima si sente annientata ed ego non fa altro che ricercare spasmodicamente le risposte fuori e un riconoscimento di se stesso. Vuole ossessivamente che gli altri gli facciano da specchio per ritrovarsi e non sgretolarsi.

Ed è proprio in questa notte che nasce la vera unione. Quando non c’è più nulla a cui aggrapparsi, resta sola la presenza stessa, l’unione profonda con noi stessi per ritrovare un flebile bagliore di luce interiore.

“Per giungere a tutto, devi rinunciare a tutto. Per venire al sapere, devi non voler nulla.” Cit. San Giovanni della Croce – La notte oscura dell’anima. La tua luce brillerà ancora nelle tenebre

Per quanto dolorose, San Giovanni della Croce, nel suo libro, sottolinea l’importanza della distinzione tra le due, per marcare apertamente l’intensità delle due notti, ma maggiormente per diversificare lo scopo con il quale si ha una trasformazione.

La notte oscura dell’anima, viene anche definita la notte dei sensi, è considerata la prima fase della purificazione per coloro che entrano nel percorso spirituale o di crescita interiore; l’anima viene spogliata di ogni piacere sensibile (emozioni intense e sensazioni piacevoli) affinché possa iniziare a cercare la propria Fonte, non per ciò che riceve, ma per ciò che essa è. Quindi lo scopo è preparare l’anima ad:

  • Una fede libera dal sensoriale, quindi priva di appoggi emozionali o sensazionali.
  • Insegnare l’umiltà e la fiducia invisibile.
  • Diventare l’anticamera della “Notte dello Spirito“, ancora più profonda e trasformante.

Come dicevo prima, la notte spirituale dell’anima è uno sradicamento più intenso e profondo per far risalire in superficie la nostra vera natura; l’anima, dopo aver integrato tanti schemi mentali, arriva a un punto in cui ha bisogno di uscire per essere quella che è veramente, senza filtri.

Se il dolore è legato a ciò che senti o non senti, allora sei all’interno della notte oscura dell’anima; se invece il dolore è legato a chi sei o non sei, molto probabilmente ti trovi nella notte spirituale dell’anima.

AspettoNotte Oscura dell’AnimaNotte Spirituale dell’Anima
Origine del concettoFase di purificazione spirituale.Evoluzione più ampia del concetto tradizionale, che include una trasformazione totale dell’essere.
Livello di esperienzaCoinvolge principalmente la sfera emotiva e spirituale.Coinvolge ogni livello dell’identità: mentale, emotivo, fisico e spirituale.
Sensazione predominanteVuoto interiore, perdita di senso, silenzio di Dio.Dissoluzione completa del sé e della vecchia identità.
Obiettivo profondoPurificazione dell’anima per prepararla all’unione divina.Rinascita dell’essere autentico e riconnessione alla propria anima originaria.
Durata e intensitàTemporanea, può durare mesi o anni ma ha una chiara direzione.Più lunga e intensa, spesso segna una svolta definitiva nella vita.
Cosa si perdeLe sicurezze spirituali, le certezze interiori.L’intera identità costruita, le maschere e i ruoli sociali.
Cosa si acquisisceUna fede più matura e libera dalle illusioni.Una nuova identità basata sull’autenticità e sull’integrazione dell’anima.
Simbolo chiaveL’oscurità che prepara alla luce.La morte simbolica che precede la rinascita.
Esito finalePace interiore e nuova consapevolezza spirituale.Allineamento totale tra anima, mente e vita quotidiana.

La cosa più sbagliata in assoluto è forzare il processo, che viene messo in atto dalla notte spirituale dell’anima; per poterne uscire il prima possibile, devi permettere al processo di compiersi in autonomia, anche se purtroppo significa grandissima sofferenza, solitudine e dolore fisico.

I punti che descrive San Giovanni della Croce sono:

  • Silenzio – non fuggire, ma resta in presenza. La notte farà il suo corso.
  • Abbandono fiducioso – Anche se non senti nulla, la Fonte è lì.
  • Pazienza e umiltà – Questo processo è lungo ma sacro.
  • Non cercare consolazioni artificiali – L’anima si deve poter disintossicare.
  • Fede nuda – Amare la Fonte senza “sentirla”, provando quindi l’amore puro.

In questa purificazione, rispetto alla notte oscura dell’anima, la mente non riesce a funzionare più come prima: ti dimentichi le cose, sei distratto e non riesci a pensare in maniera chiara, esattamente come se stessi affrontando un burnout. In realtà, questo “non sapere” è causato dal fatto che l’anima è totalmente assorbita dalla presenza interiore potentissima, che tutto il resto scompare, anche il ricordo delle cose ordinarie.

L’anima viene staccata da ogni attaccamento o percezioni mentali di cose create – anche spirituali. La Fonte ti toglie tutte le immagini, emozioni, comprensioni e attaccamenti, anche spirituali e celesti.

In sintesi, l’anima deve essere svuotata, dimenticata e immersa nel non sapere. Questo “non sapere” non è ignoranza, ma trasformazione, che viene investita da una luce così pura da annullare ogni riferimento personale.

crisi di identita notte spirituale dell anima mancanza di luce

L’anima entra in uno stato in cui tutto ciò che prima dava luce (idee, certezze, consolazioni esterne e spirituali) sembra spegnersi. Una fase in cui Dio sembra “assente” e ogni cosa appare vuota e inutile.

Si sperimenta ansia, solitudine, smarrimento, come se nulla avesse più un senso. Ma è un dolore fecondo, non sterile: è come un travaglio prima della nascita. A volte può somigliare a una depressione, ma ha una funzione spirituale trasformativa.

Sebbene ci sia buio, una parte dell’anima “sa” che questo processo ha un “senso più grande”; è l’amore che smantella l’illusione. Questo amore non è emotivo: è un fuoco sacro che trasforma.

La crescita dell’anima viene descritta da San Giovanni della Croce come una scala segreta che conduce progressivamente all’unione con il divino. È “segreta” non perché nascosta, ma perché solo chi la percorre dall’interno ne comprende davvero il significato. Ogni gradino rappresenta una trasformazione interiore, un passo attraverso la purificazione dei desideri, dell’ego e dell’identità costruita.

Salire questa scala non è un’ascesa lineare, ma un movimento di abbandono: più l’anima rinuncia a ciò che crede di essere, più si avvicina alla sua essenza autentica. Questi dieci gradini simboleggiano un viaggio di rinascita, in cui si attraversa il buio per ritrovare la luce della propria verità interiore.

I 10 gradini della Scala Segreta:

  1. Desiderio della fonte sopra ogni cosa – Si avverte una forte spinta interiore a cercare qualcosa di autentico, che dia un senso alla vita. Inizia quindi la ricerca spirituale, con un senso d’insoddisfazione verso tutto ciò che è superficiale e materialistico.
  2. Distacco da ogni creatura per amore – Comincia un processo di disidentificazione dagli oggetti, relazioni o ruoli esterni. Non perché non siano belli, ma perché non bastano più a colmare il vuoto interiore. Si comincia a lasciare andare, spesso con intenso dolore.
  3. Accettazione del dolore come mezzo di purificazione – Si comprendono le crisi, la sofferenza e le notti interiori non come punizioni, ma come strumenti di trasformazione. Si abbraccia il buio come parte del cammino verso la verità.
  4. Abbandono fiducioso nella volontà divina – Accettare ciò che la vita porta, senza forzare il controllo. Fidarsi di un disegno più grande anche se non si comprende il processo. Lasciare andare il bisogno di sapere tutto.
  5. Pace nell’oscurità – Anche se il cuore è inquieto e la mente è confusa, si inizia a trovare un certo silenzio interiore, un momento di pace nella tempesta. Si intuisce che la guida è interna e silenziosa.
  6. Gioia nascosta nello spirito – Compare una sottile felicità non legata alle cose, ma alla semplice presenza. Una calma profonda, un senso di connessione con “qualcosa” anche se quest’ultimo non ha nome.
  7. Conoscenza spirituale superiore – Si iniziano a ricevere intuizioni profonde, non intellettuali ma “esistenziali”. Una saggezza che arriva attraverso l’esperienza diretta, come se il cuore vedesse chiaramente.
  8. Unione della volontà con quella divina – Il desiderio personale si fonde con quello universale. Non si combatte più con ciò che accade, ma si collabora con il flusso della vita. Si agisce senza ego, con amore e compassione.
  9. Amore puro e libero dal Sé – Si ama senza attaccamento, senza bisogno di possedere. Un amore che libera, che serve, che accoglie anche la sofferenza del mondo senza giudizio.
  10. Unione trasformante con la fonte – L’identità si dissolve nell’essere. Si vive nell’adesso, nell’unità. Ogni cosa diventa sacra, e anche il dolore diventa parte del tutto. Una “Risurrezione” dopo la lunga notte spirituale: si è nuovi, liberi e vivi.
Come ho vissuto la notte piu oscura dellanima

Non avrei mai immaginato che ciò che inizialmente credevo fosse Burnout — e forse lo era — si trasformasse inesorabilmente in una profonda crisi esistenziale, che solo dopo un anno sono riuscita a comprendere.
Ma partiamo dall’inizio!

La mia notte spirituale ha avuto inizio con un dettaglio insignificante: dovevo fare delle foto come modella e, mentre aspettavo il mio turno, ho iniziato ad avere una sensazione strana, ma non riuscii a mettere bene a fuoco la motivazione.
Dentro di me però scattò un campanello e mi rifiutai di scattare le foto, albergando una serie di bugie. Cercai, comunque in seguito, di analizzare quella sensazione per scovarne la motivazione.

Ben presto arrivò la consapevolezza: continuando a lavorare in quell’ambiente, mi resi conto che il mio malessere era dovuto al fatto che non mi ritrovavo più in quel mondo, anzi, in quel contesto lavorativo.
Lo ritenevo profondamente sbagliato e ingannevole: vendere prodotti per il mantenimento “eterno” della bellezza e lucrare sulle persone che hanno paura di invecchiare, di accettare lo scorrere del tempo, e fare gioco forza su questa debolezza.
Inoltre, tutte le persone che lavoravano con me iniziarono ad avere fissazioni sulla bellezza, sulle rughe, su lifting e creme, anche persone di appena trent’anni, che nemmeno ne dimostravano.

Iniziai a voler uscire da questo meccanismo, ma ogni giorno mi trovavo in un giro di schiaffi sempre più grande, fino a quando, il 2 agosto, lavorando da casa, accesi il pc con l’intento di svolgere il mio lavoro… ma non mi ricordavo più nulla! Non ricordavo assolutamente come si svolgessero i compiti più semplici, e scoppiai a piangere.

Da lì iniziò la mia crisi d’identità.


Trovai una nuova azienda dove andare a lavorare per cambiare aria, ma dentro di me sapevo che non avrebbe risolto il problema. Infatti, le cose peggiorarono drasticamente.

Non posso raccontare tutta la mia storia qui, ma se vuoi conoscerla più nel dettaglio, puoi trovarla nella pagina Chi sono, oppure nel mio canale YouTube in cui la racconto per intero.

Questo vortice di dolore mi ha totalmente assorbita, come Persefone rapita da Ade e costretta a vivere negli inferi.
Io mi sentivo uguale: ogni giorno peggiorava, perché sapevo chi non volevo essere, ma non sapevo chi fossi adesso.

L’unica certezza che avevo nella vita era proprio il mio lavoro. Avevo investito tantissimo nella comunicazione, nell’università, nei corsi, nella famosa gavetta per arrivare a un ruolo riconosciuto, o meglio, a uno status sociale lavorativo riconosciuto.

Sì, riconosciuto!

Perché grazie a quel mestiere io avevo costruito la mia identità e la mia persona. Mi dava la forza di esistere, di essere riconosciuta dagli altri per ciò che facevo, visto che la mia vita era sempre stata segnata dall’invisibilità. Il lavoro mi aveva fatto trovare il mio posto nel mondo, ma ciò che più mi dava era la dipendenza degli altri dal mio operato, perché tutti pendevano dalle mie labbra.

Poi, quando tutto questo è venuto meno, è crollato anche il pilastro su cui avevo costruito me stessa.
La mia identità, in questi mesi, si è sgretolata, con il conseguente dolore dell’ego, che non accettava di lasciare quel ruolo e di non sapere più chi fosse. Ad agosto di quest’anno arrivai a un punto di fortissimo dolore: non mi riconoscevo in niente, ero nessuno!

Il dolore, che ormai durava da oltre un anno, insieme alla paura di non poter tornare più fisicamente come prima — a causa della parziale paresi alla gamba destra e del dolore atroce che continuavo a sentire — mi spinsero a chiedere a Dio di non farmi più svegliare la mattina, perché non riuscivo più a trovare il mio scopo, la mia strada e, soprattutto, il controllo fisico di me stessa, come se l’unico modo per porre fine a tutto fosse annullare anche il dolore fisico che provavo.

Quando finalmente lessi il libro di San Giovanni della Croce, capì: tutto tornava.
Seguendo i suoi consigli, mi sono arresa totalmente al processo, al dolore, e piano piano ho iniziato a ritrovare equilibrio e stabilità. Il benessere è iniziato a metà ottobre di quest’anno, quando ho deciso di iniziare a girare i video per YouTube.

Ad oggi non so ancora chi sono, e credo di trovarmi al punto 6 della scala segreta, ma almeno sono più in pace, e non mi chiedo più costantemente chi sono.


Mi osservo e attendo di ritrovarmi.

Per qualsiasi dubbio o perplessità puoi scrivermi su Telegram

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